Colangite sclerosante primitiva (CSP)
La Colangite Sclerosante Primitiva è una malattia cronica rara che interessa i grandi dotti biliari del fegato (intraepatici) e le vie biliari principali (extraepatiche), strutture preposte a trasportare la bile prodotta dal fegato, necessaria per la digestione dei grassi e l'eliminazione del colesterolo e della bilirubina, all'intestino.
Si caratterizza per la presenza di un processo infiammatorio che coinvolge le pareti stesse dei dotti biliari con conseguente formazione di tessuto cicatriziale (fibrosi).
Queste strutture progressivamente si induriscono e si restringono (sclerosi), ostacolando il flusso della bile. La malattia può evolvere più o meno lentamente in cirrosi e complicarsi con infezioni delle vie biliari o con la formazione di tumori del fegato e delle vie biliari.
Si associa frequentemente alle malattie croniche dell'intestino (morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa) e può coesistere insieme all'epatite autoimmune. Insorge prevalentemente nei maschi tra i 25 e i 45 anni, ma può insorgere anche in età pediatrica. Le stime di prevalenza indicano che 5-10 individui su 100.000 ne sono affetti.
Le cause della colangite sclerosante primitiva non sono del tutto note. Studi scientifici dimostrano che una predisposizione genetica e una disfunzione del sistema immunitario, scatenata da un evento infettivo o da qualche agente tossico, possano giocare un ruolo nella genesi del danno alle vie biliari. Come le altre malattie autoimmuni del fegato non è trasmissibile da individuo a individuo, come le epatiti virali acute o croniche. Ciò avviene anche nelle malattie infiammatorie croniche, che spesso si associano a tale patologia, ipotizzando quindi un processo patologico comune.
Sintomi
I sintomi possono essere assenti o lievi all'esordio e nelle fasi iniziali della malattia, i più comuni sono il prurito e la stanchezza cronica.
Segni e sintomi purtroppo frequenti che possono comparire delle fasi più avanzate e complicate di malattia, dovuti ai restringimenti della via biliare, includono:
- Colorazione gialla della cute e degli occhi (ittero)
- Dolore addominale
- Prurito intenso
- Episodi febbrili ricorrenti con brividi e sudorazioni notturne
- Mancanza di appetito
- Denutrizione e perdita di peso
Negli stadi finali di malattia compaiono inoltre i tipici sintomi e segni della cirrosi, comuni a tutte le forme di danno cronico del fegato e che portano alla cirrosi:
- Gonfiore alle caviglie e ai piedi (edemi)
- Accumulo di liquido in addome (ascite)
- Sanguinamento gastrointestinale causato dalla rottura delle vene dell'esofago, secondario al aumento della pressione nel sistema venoso a monte del fegato
- Confusione mentale e rallentamento motorio (encefalopatia porto-sistemica), causati dall'accumulo di scorie circolanti nel sangue e secondario al malfunzionamento del fegato
Altre patologie possono essere presenti con le loro manifestazioni, come l'osteoporosi, complicanza di molte malattie croniche, ma soprattutto le malattie infiammatorie croniche dell'intestino che si manifestano con diarrea ematica, dolore addominale e calo ponderale.
Diagnosi
Per la diagnosi si utilizzano:
- Esami del sangue con i test di funzionalità epatica (transaminasi, gammaGT, fosfatasi alcalina, bilirubina) ed indici infiammatori (PCR) ed emocromo.
- Esami del sangue con i test di autoimmunità (ANA, AMA, ANCA, LKM, ASMA)
- Risonanza magnetica per lo studio specifico della via biliare (colangio RM): consente di visualizzare lo stato dei dotti biliari maggiori grazie al contrasto fornito dagli acidi biliari stessi
- Colangio-pancreatografia retrograda endoscopica (ERCP): consente la valutazione diretta dell'albero biliare tramite iniezione diretta di mezzo di contrasto nella via biliare principale, con accesso allo sbocco della via biliare stessa nel duodeno (primo tratto del piccolo intestino), tramite una gastroscopia
- Biopsia del fegato che individua le caratteristiche istologiche tipiche della patologia e definisce il quadro di fibrosi
Tipologia | Esame |
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Esami del sangue | Transaminasi, gammaGT, fosfatasi alcalina bilirubina ed indici infiammatori (PCR) emocromo |
Test autoimmunità | ANA, AMA, ANCA, LKM, ASMA |
Imaging | Risonanza magnetica |
Imaging | Colangio-pancreatografia |
Istologica | Biopsia del fegato |
Cure attuali
Ad oggi non esiste una terapia specifica per la colangite sclerosante primitiva, l'unica cura possibile è il trapianto di fegato, che viene proposto quando la malattia ha uno stadio avanzato.
I trattamenti che si prescrivono attualmente sono mirati ad alleviare i sintomi e le complicanze.
Per il prurito si utilizzano l'acido ursodesossicolico, gli antistaminici e la colestiramina (un farmaco in grado di legare la bile nell'intestino per impedirne il riassorbimento e favorendone l'eliminazione). Nei casi più difficili, sono prescrivibili alcuni particolari farmaci, come la rifampicina (un antibiotico), che, per un meccanismo ancora non noto, è efficace per tale sintomo.
Per le infezioni delle vie biliari e per impedirne la recidiva si utilizzano gli antibiotici.
Per la denutrizione e i deficit vitaminici si integra la dieta con i nutrienti specifici.
Quando le vie biliari si restringono, impedendo completamente il passaggio della bile, è opportuno l'intervento dell'endoscopista o del chirurgo, che, con tecniche endoscopiche, può dilatare i tratti ristretti o occlusi della via biliare, posizionando dei tubi (chiamati stent) per mantenerne la pervietà.
Sintomo | Terapia disponibile |
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Prurito | Acido ursodesossicolico Antistaminici Colestiramina |
Infezioni delle vie biliari | Antibiotici |
Denutrizione | Integratori | nutrienti |
Restringimento vie biliari | Intervento endoscopico/chirurgico |
Colangite CSP | Terapia disponibile |
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Trapianto di fegato |
Quando la diagnosi viene definita il Medico specialista può richiedere l'esenzione specifica dalla partecipazione al costo del ticket per tale patologia (codice Malattia Rara RI0050).
Il paziente avrà quindi diritto alla gratuità di alcuni accertamenti diagnostici, come gli esami ematici e l'ecografia dell'addome e la gastroscopia, utilizzati per il monitoraggio e la cura di tale malattia.
Cure in fase sperimentale
Sono in corso dei protocolli di ricerca per alcuni farmaci il cui scopo e quello di rallentare il processo di infiammazione e cicatrizzazione dei dotti biliari.
Tra questi:
Acido Obeticolico (OCA)
L’OCA è un agonista (adiuvante) di un recettore nucleare (FXR) la cui efficacia è già stata provata nei pazienti affetti da PBC. Inizierà a breve un trial clinico per valutare l’efficacia di questo farmaco in pazienti affetti da CSP.
Nor-Udca
Uno studio di fase 2 si è concluso recentemente dimostrando la capacità di questo derivato dell’acido ursodesossicolico di ridurre i livelli degli indici di colestasi. Studi ulteriori inizieranno a breve.
Aramchol
Ampia l’efficacia di questo farmaco si sta dimostrando in pazienti affetti da steato-epatite (NASH), quindi a breve si inizieranno studi clinici anche in pazienti affetti da colangite sclerosante primitiva.
Anti-LOXL2 (anti-fibrotico)
I dati della ricerca preclinica mostrano che Lysyl Oxidase Like 2 (LOXL2) è coinvolto nei processi che portano alla fibrosi. Lo studio intende valutare l’efficacia e la sicurezza dell’anti-LOXL2, un anticorpo monoclonale specifico per il ricombinante umano LOXL2, nei pazienti affetti da PSC, una malattia epatica caratterizzata dalla formazione di anelli fibrotici attorno ai dotti biliari. Tali anelli determinano il restringimento dei dotti, causando difficoltà nel drenaggio della bile dal fegato, colestasi e, infine, cirrosi. Il farmaco è somministrato attraverso iniezioni sottocutanee ed è studiato per evitare la formazione della fibrosi e quindi la progressione della malattia.
Prevenzione
La malattia non può essere prevenuta, ma chi riceve una diagnosi deve seguire alcune regole fondamentali per ridurre le complicazioni: non bere alcolici; seguire una dieta ricca di frutta e verdura; evitare un aumento eccessivo di peso; non fumare.
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