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Epatite A, nuova diffusione anche in Italia. A cosa bisogna porre attenzione?

In Italia, ma anche negli altri Paesi europei, l'epatite-virale A (HAV) sta diventando un importante problema di salute pubblica. La diffusione sta interessando soprattutto uomini che fanno sesso con altri uomini, nella maggior parte dei casi con genotipo virale IA e con un forte impatto a livello di unità di malattie infettive che si occupano del problema. È quanto emerge da un'analisi effettuata in regione Lombardia e presentata a Parigi all'International Liver Congress.

In Italia, ma anche negli altri Paesi europei, l'epatite-virale A (HAV) sta diventando un importante problema di salute pubblica. La diffusione sta interessando soprattutto uomini che fanno sesso con altri uomini, nella maggior parte dei casi con genotipo virale IA e con un forte impatto a livello di unità di malattie infettive che si occupano del problema. E’ quanto emerge da un’analisi effettuata in regione Lombardia e presentata a Parigi all’International Liver Congress. 



L’infezione da HAV è trasmessa principalmente attraverso la via oro-fecale e/o attraverso alimenti contaminati. 



Negli ultimi decenni, si sono avuti diversi focolai di HAV in uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (MSM) che hanno fatto classificare l'HAV come una malattia a trasmissione sessuale (STD). 

In questo studio, gli autori, provenienti di centri di epidemiologia e infettivologia della regione Lombardia, hanno mirato ad analizzare un'epidemia di HAV in corso in un ampio gruppo di giovani maschi adulti che avevano avuto accesso agli ospedali nella regione della Lombardia, e hanno approfondito le caratteristiche dei pazienti e l'analisi filogenetica virale. 



A tal fine è stata compiuta un’analisi retrospettiva di 244 casi di HAV acuta verificatisi tra gennaio e maggio 2017. I dati disponibili, oltra a quelli demografici di tutti i pazienti, erano i fattori di rischio, i sintomi alla presentazione, l'orientamento sessuale, le comorbidità e altre infezioni STD. 



La correlazione filogenetica dei virus circolanti al momento dell’analisi tra loro e altri ceppi di HAV sono stati valutati sequenziando la regione VP1/2A. 

L’analisi dei dati ha mostrato che la maggior parte dei pazienti erano di sesso maschille (230,94%) con età media di 33 anni (range 18-76). 



Il 55% dei pazienti (133) erano MSM, il 17% aveva malattia epatica cronica, il 19% era HIV-positivo, il 5% usava droghe di abuso, il 63% riferiva rapporti sessuali negli ultimi 3 mesi e il 18% di avere partner HAV positivi.



Il 74% dei pazienti (181) richiedeva l'ospedalizzazione (mediani 7 giorni, intervallo 2 e 44). I livelli medi dei picchi di ALT e di bilirubina erano rispettivamente di 2.368 (47-8.914) UI/ml e 6.6 (0.4-18) mg/dl. 

Non è stato necessario alcun trapianto di fegato. Le analisi molecolari filogenetiche hanno rivelato che il 93% (197/211) dei pazienti era infetto dal genotipo IA di HAV e dal 7% (14/197) dal genotipo IB. 

Inoltre, tutti i casi di genotipo IA appartengono ad uno dei tre cluster separati recentemente riportati in un caso di estradizione multi-paese: il 59% (117/197) dei casi era infetto da ceppi del Regno Unito, il 40% (79/197) con ceppo olandese e l’1% (1/197) con ceppo tedesco. 



È interessante notare che i casi infetti dal ceppo olandese erano prevalenti all'inizio dell'epidemia (gennaio 100%), mentre il ceppo britannico era aumentato negli ultimi mesi (maggio 68%, giugno 70%). 

In conclusione, l'infezione da HAV in corso in Lombardia colpisce principalmente i giovani maschi che fanno sesso con altri maschi ed è filogeneticamente legata agli attuali focolai di HAV descritti in altri paesi europei. 



Questo elevato tasso di infezioni hanno un forte impatto sui centri lombardi che si occupano di malattie epatiche infettive. Per tale motivo come sottolineano gli autori andrebbero considerate e applicate delle misure di controllo, cioè programmi di vaccinazione su misura per la comunità MSM, per controllare un'ulteriore diffusione.

Fonte: pharmastar.it

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